"Quand’ebbe compiuto il trentesimo anno, Zarathustra lasciò la sua patria e il lago natìo, e si recò su la montagna. Là per dieci anni gioì, senza stancarsene, del suo spirito e della sua solitudine. ma al fine il suo cuore si mutò; e un mattino egli si levò con l’aurora, s'avanzò verso il sole e così gli disse: oh grande astro! Che sarebbe della tua felicità, se tu non avessi a chi splendere?"
Friedrich Nietzsche , 1885
“Così parlò Zarathustra”
La “bellezza” affascina da sempre l’uomo, in tutte le sue manifestazioni, coinvolgendo da sempre Filosofia, Estetica, Arte, nell’irrisolto dibattito di “cosa in realtà lo stesso concetto di Bellezza sia”: ciò che è certo è che non esiste in assenza di un soggetto che la contempli, come esattamente descritto nella introduzione sempre frainteso capolavoro del filosofo tedesco con cui ho voluto aprire questo articolo. Infinite testimonianze della Storia dell’Arte definiscono l’assoluta relatività dei canoni estetici, inevitabilmente influenzati nello spazio e nel tempo, almeno per quanto concerne la bellezza umana che, a differenza dei cieli stellati, assume un preciso significato biologico, adattativo, “teleologico”: qual è il fine biologico della bellezza? La risposta è semplice, e legata alla continuità della vita: come gli insetti impollinatori sono attratti dal colore e dal profumo dei fiori, analogamente maschi e femmine del genere umano sono attratti dalla bellezza del potenziale partner: Dalla “attrattività” del bello nasce il ricorso sistematico ad immagini di bellezza anche nell’advertising commerciale, e non necessariamente solo per prodotti cosmetici: il “bello” e i complessi meccanismi neurologici che sono alla base del comportamento, interagisce con altre componenti biochimiche “feromonali”, rappresentando una componente fondamentale, che si innesta con l’elemento “spirituale” per sostenere i processi di “innamoramento” che, da sempre, stanno alla base del vivere sociale e della poesia. Nulla di più sbagliato è però limitare e circoscrivere la bellezza dell’individuo alla sua funzione biologica e procreativa: esiste un “Diritto alla Bellezza” che non ha e non può avere limiti di età, in una società che voglia continuare a definirsi “civile”. Per questo ho ritenuto opportuno, a tanti anni di distanza, riesumare una proposta “politica”, risalente al 2004, quando mio fratello, il Prof. Antonio Guidi, ricopriva l’incarico di Sottosegretario di Stato del Ministero della Salute, dopo essere stato Ministro per la Famiglia e la Solidarietà sociale. Una proposta pur- troppo mai attuata ma sempre sostanzialmente valida, che in questa sede trascrivo testualmente, augurandomi che possa rappresentare un “sasso nello stagno” per chi ci governa, o ci governerà, in quanto il “Diritto alla Bellezza può e deve costituire un fondamento essenziale alla “Qualità della Vita” di ogni individuo, a prescindere dal sesso, dall’età e dalle patologie che lo caratterizzano.
Per la creazione di una Commissione ministeriale per la disciplina e la tutela delle attività professionali inerenti alla Medicina Estetica e l’Estetica applicata (8 giugno 2004)
La popolazione mondiale dei paesi più industrializzati, ed in particolare quella italiana, è proiettata verso un aumento progressivo della speranza di vita. L’aumento della vita media non può prescindere dall’attenzione rivolta al livello di vita, allo stile di vita ed alla qualità della vita. Il livello di vita indica la potenzialità delle risorse disponibili, lo stile di vita rappresenta le modalità attraverso le quali vengono utilizzate le risorse disponibili, mentre la qualità della vita esprime il risultato di tale utilizzo. Quindi è possibile che, all’aumentare della vita media, si accompagni anche un aumento della qualità della vita, soltanto se si riesce ad intervenire in maniera adeguata sullo stile di vita. Lo stile di vita è rappresentato da una serie di fattori cosiddetti “esterni”, cioè non genetici, che costituiscono tutti quegli elementi che circondano la nostra persona nella vita quotidiana ed in particolare: alimentazione, attività fisica, fumo, macroclima, microclima, microclima confinato, radiazioni ionizzanti e stress. Recenti studi condotti dal più rappresentativo centro antiaging mondiale, il NIA (National Institute on Aging) di Bethesda, dimostrano come i fattori “esterni” siano responsabili per oltre il 70% del nostro invecchiamento. In conclusione, lavorando sui fattori suddetti, si migliora lo stile di vite con la conseguenza di migliorare la qualità della vita e rallentare i fenomeni che producono l’invecchiamento nell’uomo: vivere meglio e più a lungo!
Negli ultimi anni la Medicina Estetica (M.E.) è cresciuta fino a diventare una innegabile realtà sia nel campo medico che nel sociale. La M.E. è una branca della Medicina, multidisciplinare, che si prefigge di costruire o ricostruire l’equilibrio psicofisico dell’individuo volto a migliorare la qualità della vita. Questo attraverso un programma di lavoro ben preciso, articolato in tre fasi: la fase diagnostica, la fase preventiva e la fase terapeutica, indirizzata ad ottimizzare le eventuali funzioni risultate alterate e a correggere gli eventuali inestetismi presenti, utilizzando esclusivamente metodologie e tecniche “ufficia- li” (mediche – chirurgiche – psicologiche – fisio/chinesi/terapiche – cosmetiche – termali). La M.E. è, fondamentalmente, una Medicina di tipo preventivo, una Medicina che “cura i sani” e che, come parte integrante della Medicina anti-aging, presenta molti punti di incontro con la Medicina sociale, indirizzata al raggiungimento di uno stato di salute come espressione del benessere psicoisico, al mantenimento di una buona qualità di vita, al conseguente abbattimento dei costi per la spesa sanitaria nazionale nei confronti della collettività.
Offrire ad un ampio strato sociale di popolazione la possibilità di usufruire dei suddetti programmi diagnostici, preventivi e correttivi, rappresenta un obiettivo di primaria importanza che, negli ultimi anni, ha avuto come conseguenza la nascita di numerosissime strutture che operano nel campo della Medicina estetica ed in quello delle sue branche ancillari (chirurgia estetica, alimentazione, disturbi del comportamento alimentare, physical fitness, posturologia, psicologia, cosmetologia, fitoterapia, estetica applicata, termalismo). Lo scopo più visibilmente apprezzabile riguarda il miglioramento di tutte di tutte quelle performances di tipo fisico, estetico e psichico, il cui progressivo decadimento conduce alla perdita di quel- la preziosa efficienza fisica e mentale, molto spesso lamentata già dopo i 40 anni. Questo attraverso accreditate metodi- che di tipo medico e paramedico, all’insegna del concetto di non invasività dal momento che tutte le indagini e le cure sono rivolte a persone sane!
La cultura della Medicina del benessere è oggi, e non solo nel nostro Paese, molto sentita ma, purtroppo, molto spesso legata a informazioni inadeguate e superficiali che, a volte, conducono a rimedi “fai da te” inefficaci o, addirittura, dannosi. Il continuo fiorire di sedicenti centri benessere sta comportando da un lato pericolose improvvisazioni da parte di operatori professionali non adeguatamente qualificati e, dall’altro, un progressivo appiattimento di questa fondamentale branca della Medicina, che rischia di rimanere, in molte zone del Paese e del mondo, senza una precisa identità. Quindi risulta opportuno che, accanto a programmi formativi innovativi in campo nazionale ed internazionale (Master universi- tari per Medici e Corsi universitari formativi per personale paramedico), si inseriscano pro- grammi di tipo informativo attraverso l’organizzazione di convegni e tavole rotonde rivolti anche alla gente comune. Utilizzando un linguaggio semplice e chiaro, dare la possibilità a tutti coloro che ne avvertono la necessità, di avere le idee più chiare su numerosi argomenti, spesso mal dibattuti, che riguardano il nostro stile di vita.
Creare una Commissione ministeriale costi- tuita da Esperti nei diversi settori interessati dal- la tematica, che abbia la funzione di individuare le più corrette “linee guida” nell’ambito della Medicina Estetica e delle sue branche affini e che, attraverso azioni di controllo, disciplini il corretto utilizzo delle suddette “linee guida” da parte dei diversi operatori professionali, a tutela della gente.
Risulterebbe, inoltre, di fondamentale im- portanza la supervisione sulle diverse tematiche di aggiornamento professionale, nonché sull’in- formazione in materia da parte dei media.
La Commissione dovrebbe essere costituita da accreditate figure professionali ed istituzio- nali nell’ambito della Medicina estetica e delle sue branche affini e presieduta da un rappresen- tante del Ministero della Salute.
Presidente (Ministero della Salute) Medicina Estetica (Master Universitario) Medicina Estetica (A.I.M.E.)
Chirurgia Estetica (A.I.M.E)
Dermatologia (Università e Master U.) Psicologia (Master U.)
Medicina Termale (Federterme)
Medicina dello Sport (Università o CONI)
Scienza dell’alimentazione (Università o Consiglio superiore di Sanità)
Fonte: ND Natura Docet
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